Fragili giganti sparsi per il mondo, ti scricchiolano sotto i ramponi e ti crollano davanti a gli occhi con boati agghiaccianti. Di una bellezza ammaliante, il loro essere effimeri e mutevoli innamora chi li percorre.

Spesso usati come simbolo del cambio climatico che stiamo vivendo, i ghiacciai sono importante oggetto di studio. I loro ambienti inaspettati ed incantevoli custodiscono nelle loro immense e fredde sfumature dal grigio al turchese, preziose informazioni che stanno aprendo nuovi orizzonti a varie discipline scientifiche, dalla biologia agli studi paleo-climatici.

Rilevamento topografico all’interno delle grotte di contatto. Foto di Luca Gandolfo

Ma se l’esterno è di per sé impegnativo da raggiungere, il loro interno lo è ancor di più e richiede un mix di tecniche speleologiche ed alpinistiche nonché subacquee che la speleoglaciologia unisce.

La discesa dei mulini ha rivelato scarsa profondità (20-30 metri al massimo) e forte stillicidio/cascatelle dovute alle temperature inaspettatamente elevate – Foto di Luca Gandolfo

Dagli anni ‘80 ad a oggi gli studi delle grotte di ghiaccio sono cresciuti in tutto il mondo, la loro formazione (crio-carsismo) dipende dall’idrologia e dalla fisica dei ghiacciai. Esplorarle, scoprire fino a quale profondità arrivano le acque di fusione superficiale convogliate in “bédières” (fiumi di superficie) e catturate da “mulini” (pozzi glaciali) all’interno dei ghiacciai, aiuta a comprendere meglio il funzionamento della rete idrologica interna ed il loro ruolo nel processo di deglaciazione.

Documentazione fotografica all’interno delle grotte di contatto – Foto di Sara Di Ferrante

Il progetto «INSIDE THE GLACIERS» creato dai geologi dell’associazione di esplorazione geografica “La Venta” Alessio Romeo e Francesco Sauro nell’ottobre 2014, ha come obiettivo la creazione di una collaborazione tra speleologi, ricercatori e scienziati, organizzando e documentando le esplorazioni per poi divulgarne i risultati. Speleologi provenienti da tutta Italia e non solo, si ritrovano a questo scopo generalmente tra estate ed autunno, nelle poche finestre temporali in cui è possibile penetrare all’interno di questi giganti.

Alle attività del 2021 nei ghiacciai Lang e Gorner (Svizzera) ha partecipato anche il GGT. Sebbene le temperature fossero inaspettatamente elevate per la stagione, tra il 14 ed il 20 di ottobre sono state esplorate e rilevate alcune grotte di contatto tra roccia e ghiaccio già viste a fine agosto. Si è colta l’occasione anche per prelevare campioni al fine di studiare le interazioni minerali/microrganismi estremofili.

La morfologia completamente trasformata nell’arco di due mesi, il caldo “imbarazzante” e lo scorrere copioso e repentino dell’acqua all’ interno delle grotte ci ha tristemente ricordato quanto velocemente stiano scomparendo queste enormi masse di ghiaccio così importanti per la vita.

Questo complesso progetto ed i suoi risultati sono visibili nel sito:

https://insidetheglaciers.wordpress.com/northern-side-of-the-alps/

Author: Alberto Righetto