Attività svolta dal 4 al 6 settembre 2015

Preparativi per l'ingresso in ManzaghiròL'occasione è ghiotta: fine settimana in Apuane. Gli obiettivi non mi sono chiari da subito ma non importa, mi basta sapere che si andrà in grotta e che questa grotta è “Go Fredo” (un -1000, dall'ingresso più alto). In calce all'articolo c'è il video relativo a questa uscita.

Il viaggio da Treviso alla speleo-house di Agliano richiede 7 ore, con qualche sosta lungo il percorso per compattare le auto con gli altri speleo diretti in Go Fredo. Arriviamo quasi all'una di notte, sveglia puntata alle 8. Si parte alle 9, il meteo non è dei migliori e mentre siamo in auto, diretti verso il Monte Sumbra, inizia a piovere; sosta forzata a Vagli, in attesa della fine della pioggia. Dopo un'oretta le nuvole sono ancora minacciose ma almeno ha smesso.

Un paio di giri del fuoristrada di Roberto “Cormorano” portano tutti al “Hotel Val Boana” (una baracca di legno e lamiera) dove ci cambiamo e facciamo le squadre. Hotel Val BoanaColto dall'entusiasmo del gruppo dei Reggiani mi unisco a loro, anche se non ho ancora capito cosa andremo a fare in grotta! Chiedo chiarimenti, con la “Squadra under 30” andremo ad esplorare a circa -300 nel Ramo Darwin, entrando dall'ingresso Manzaghirò, mentre il “Geriatric team” ha l'obiettivo di fare manutenzione degli armi nel ramo principale.

Manzaghirò ha un inizio stretto e scarica sassi che è un piacere, di certo non la grotta nel marmo che mi aspettavo. Più in profondità le cose cambiano un po' e si vedono alcune morfologie interessanti, anche se purtroppo permane il problema dei franamenti causati dalla fragile roccia. Siamo molto più lenti del previsto ma a -250 abbiamo comunque il tempo di esplorare.

Sonia ci guida verso un ramo laterale, dopo un passaggio stretto si accede alla base di un ampio camino non ancora risalito; pochi metri oltre c'è un'altra saletta con una breve arrampicata da realizzare. Alla base della sala c'è un ampio, ma basso, laminatoio. Ci infiliamo senza attrezzatura, qualcuno scende, qualcuno punta alla parte alta. Dopo una decina di minuti di strisciamento, percorsi pochissimi metri, intravedo una prosecuzione più ampia ma mi incastro con il torace. Chiamo Sonia, passa senza nemmeno fare fatica. Entra in una saletta ed insiste perché ci vada anche io. Cambio l'approccio fisico alla strettoia, passo più a sinistra; e poi sapere che qualcuno ci è già passato dà una spinta in più, anche se Sonia pesa giusto 20 kg meno di me.

Trasferimento materialiLa saletta appena scoperta è completamente fossile; il pavimento ed ogni roccia alla base è ricoperta da uno strato di concrezioni. A 3 metri di altezza c'è una finestra, ma non è possibile arrivarci arrampicando a causa della roccia marcia e strapiombante. Costruisco un piedistallo con le rocce che trovo e poi arriva anche Matteo. Con Sonia “mi fa sicura” a mo' di bouldering tenendo le braccia alzate, pronti a rallentare una mia eventuale caduta. Un colpo di reni, abbraccio un appiglio e salgo. Secondo Sonia sono salito in modalità Psycho. Avanzo 5 metri scarsi ma chiude su roccia. Faccio retromarcia, appoggio la mano sulla roccia che ho usato per salire e questa si stacca senza opporre resistenza, molto bene! Sempre con la sicura psicologica di Sonia e Matteo scendo al volo. Peccato, chiude senza possibilità di appello. Torniamo alla risalita, completata da Daniele e Clara, chiude.

Per non patire freddo durante la risalita, ci dividiamo in due squadre. Sonia e Matteo risalgono per primi, io Daniele e Clara scendiamo ancora un po' a curiosare il ramo verso Cartoonia (nome derivante dalla qualità della roccia, fragile come cartone). Qualche stretto laminatoio e scendo nel Pozzo Loacker, che deve il nome agli strati di roccia nera alternata al marmo. Poi iniziamo a risalire anche noi.

Sonia e Matteo escono verso l'una di notte e quando arrivano alla baracca sentono il rumore del fuoristrada che sta scendendo… io sono l'ultimo ad uscire, alle 3 di notte dopo 13 ore di grotta; siamo sotto ad un magnifico cielo stellato, rimarrei qui a dormire, sui prati illuminati dalla luna. Scendiamo anche noi alla baracca e scopriamo che abbiamo perso il passaggio per il ritorno, dovremo scendere a piedi fino alle auto, 700 m di discesa che avrei evitato volentieri. Torniamo alla speleo-house alle 6.30 del mattino, l'alba è già iniziata da un pezzo. Mangio salame e biscotti, alta cucina! Recuperiamo il giorno seguente con un buon pranzo a base di funghi… ed ora vi lascio al video!

Author: Alberto Righetto