Attività svolta il: 21/04/2014

Oggi, Pasquetta, carichi delle abbuffate pasquali cerchiamo di andare a smaltire un po’ di peso con una semplice escursione per effettuare qualche rilievo e anche un po’ di esplorazione su ambienti non “mappati”.

L’obbiettivo era quello di segnare con precisione l’appena scoperto “Ramo degli Ossetti” sulla mappa della grotta.

Come al solito, ci ritroviamo per una rapida colazione a Giavera armati di tutte le migliori intenzioni. Non siamo in tanti, ma agguerriti. Io, Tono, Dado, Dino e Alberto vorremmo provare a documentare la possibilità di poter effettuare un giro ad anello, passando dai rami inferiori fino ai rami superiori della grotta, passando attraverso il ramo dello Scheletro. Pare sia possibile da quanto raccontatoci…

Partiti di buona lena raggiungiamo velocemente l’imbocco dello Scheletro. Da qui partono i consueti rilievi fino all’uscita del nuovo (famigerato) ramo degli Ossetti. Per lo meno ora sarà mappato correttamente.

E in effetti è famigerato: una strettissima e contorta condotta che porta ai piani superiori…

Ammirata l’impresa dei nostri pavidi Alberto e Dado (ma con nessuna voglia di ri-tentare la cosa!!!) cominciamo ad esplorare quelli che sembrano ambienti nuovi.

In effetti ci rendiamo conto di trovarci in zone di meandro/frana(?) che si trovano quasi sopra il meandro degli inferiori a valle.

Quasi, perché in effetti non è molto chiaro se il meandro sia sotto noi oppure si tratti di qualcosa di diverso.

Ci dividiamo in gruppi ed esploriamo passaggi per noi sconosciuti.

Io e Dino ci inoltriamo un po’ e proviamo diversi passaggi, anfratti e buchi promettenti. A volte si sente l’acqua del meandro sottostante, a volte no… comunque sembrano zone piuttosto larghe e fonde.

Alla fine dopo un po’ troviamo in una piccola stanza una cascatella (diciamo il fratello maggiore di uno stillicidio!) che sembra interessante. Ha una morfologia particolare e pensiamo si riversi sul meandro inferiore che dovremo controllare poi al ritorno.

Dopo circa un'ora ci ricongiungiamo e iniziamo a risalire il ramo dello Scheletro. È bello, sono ambienti nuovi per tutti noi. Al di là del nome non ha niente di terrificante e si percorre bene. Verso la parte finale presenta qualche passaggio da affrontare con calma col meandro profondo che si svolge sotto di noi. (Occhio alle viscide argille sempre presenti!)

Giungiamo quindi verso la fine dello scheletro, dove troviamo una “incisione” del 1977 (corre il tempo!) del CISG (Centro Italiano Soccorso Grotte, l'ex-nome del Gruppo Grotte Treviso dal 1969 al 1980, vedi la storia del gruppo). Proviamo a proseguire ma ci troviamo di fronte a uno strettissimo meandro dove Dado e Tono provano con difficoltà a proseguire risalendolo in verticale, mentre noi tre attendiamo al fondo con pazienza gli esiti…

Dopo circa 30 minuti una voce dal buio ci avvisa che per di là è molto duro proseguire… delusione! Si torna indietro. I Superiori si fanno desiderare!

Cercando di ricordare il rilievo, proviamo a tornare in una grande sala poco prima, che promette avanzamento ma che ci riporta inesorabilmente al percorso già effettuato…

Ma c’è qualcosa di nuovo che scorge Alberto. Un meandro che corre quasi al tetto porta nuove speranze, ma manca l’attrezzatura. Dovremo tornare con un po’ di “ferri e corde”.

Rientriamo ormai sui nostri passi, un po’ delusi, e raggiungiamo gli inferiori, dove risalendo… troviamo il pozzetto che io e Dino abbiamo visto dall’alto. È proprio lui! Un nuovo percorso è stato individuato.

Non resta che rientrare e al bar (sosta birra rigorosa!) e studiando la carta del rilievo ci accorgiamo che siamo passati per zone non cartografate e soprattutto che c’è la possibilità che Castel Sotterra ci riservi novità interessanti!

Testo e foto di Paolo Pozzobon

Author: Alberto Righetto

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