Attività svolta il: 29/03/2014

Preparativi per la discesaLa settimana scorsa Michael, un amico che pratica l'orienteering (http://www.fiso.it/), mi ha segnalato la presenza di alcune potenziali grotte, non ancora accatastate, in Cansiglio. Non gli è servito ripetercelo due volte! Sabato mattina appuntamento in Piana con nota dolente: i bar sono chiusi. Pazienza.

Ci spostiamo prima ai margini della Piana verso Pian Osteria, in mezzo al bosco ci sono un paio di doline con chiaro assorbimento di acqua ma non si sente circolo d'aria; poche speranze, stropa… a poca distanza c'è un pozzo già siglato dal gruppo di Vittorio Veneto.

Proseguiamo la giornata in zona Archeton, qui ci sono diverse “cavità” da vedere. Usciamo dai sentieri battuti, passiamo ai margini di varie doline, cambiamo spesso direzione e seguiamo per quanto possibile le curve di livello; chiunque si sarebbe perso ma Michael, grazie alle sue doti da orientista, ci porta dritti a destinazione. Entriamo prima in una cavernetta 2x2x3, preceduta da un ingresso in discesa che prometteva bene ma è chiaro che chiude e non c'è nessuna possibilità di scavo.

Ci porta poi ad una vicina frattura, scendo prima per 6-7 metri e poi per altri 3 in un pozzetto. La corda gratta in più punti, pazienza, è solo per dare un'occhiata. Chiude su detriti, ma anche se ci sono pochissime speranze varrà la pena provare a spostare qualche sasso, non si sa mai. Sicuramente è rilevabile e non ci sono sigle.

Discesa in una fratturaProseguiamo camminando ancora fuori dai sentieri spostandoci in un'altra area. Visitiamo prima una strana dolina con all'interno dei ponti/creste di roccia; bella da vedere ma sicuramente non è una grotta. Li vicino c'è un pozzetto (P5?) ma dall'alto si vede bene che chiude su neve, inoltre sul faggio cresciuto sul suo bordo c'è una scritta che non sembra riguardare i confini delle particelle forestali, probabilmente qualcuno ha siglato in questo modo la grotta.

A poca distanza c'è poi l'attrazione della giornata: nessuna sigla, nessuna placchetta, nessun segno, è un pozzo che parte deciso in verticale ma dopo 5 metri chiude su legname… anzi no! A lato c'è un piccolo passaggio, un sasso lanciato in modo preciso ci fa sperare: rimbalzi e tonfo finale, minimo altri 10 metri! Scendo in corda, arrivo sul legname e realizzo che si tratta di una piattaforma sospesa sul pozzo. Saltellando faccio cadere un pezzo di tronco che si schianta sul fondo. Per scendere bisogna assolutamente frazionare, troppo pericoloso stuzzicare quei tronchi in bilico. Mi guardo attorno per trovare un buon punto per un paio di spit e… ci sono dei fix! Era troppo bello per essere vero.

Michael deve andare via e ci dice di “seguire questa direzione per arrivare alle auto”, speriamo bene…

Visto che ci siamo, scendo comunque. Da sotto la piattaforma di legname è inquietante, realizzo che è tenuta su dall'attrito tra roccia e legno marcio su una superficie non maggiore di 10 cm2, in verticale. Guardare e non toccare. Le pareti del pozzo sono ben levigate dall'acqua ma sotto chiude su detriti, l'unica “prosecuzione” è una strettoia che scende di 1 metro dando accesso ad una minuscola saletta cieca con fondo fangoso. In tutto l'altimetro segna 20 metri di discesa.

Il rientro senza la guida-orientista è fatto di saliscendi nelle doline e di percorsi incerti. Di qua, di la, su, giu, boh! Baro: cartina e GPS del telefono ci riportano alle auto.

Foto di Michael Baggio

Author: Alberto Righetto