Attività svolta il: 16/02/2014

Oggi torniamo al passaggio ostruito dal fango nel Ramo degli Ossetti (nei Superiori a Destra); la volta scorsa abbiamo sentito lo scroscio dell'acqua accompagnato da una netta circolazione d'aria.

Armiamo una discesa migliore della volta precedente, con l'intenzione di lasciare la corda per eventuali uscite future. Scendiamo, ci togliamo l'attrezzatura ed iniziamo a percorrere lo stretto meandro. Dopo 30 minuti arriviamo al passaggio ostruito, ma stavolta siamo attrezzati. C'è ancora aria che esce, ma il rumore d'acqua è diminuito.

Ramo degli Ossetti - Castel Sotterra Scaviamo in posizione scomoda togliendo fettine di fango, un centimetro alla volta. Dopo 2 ore abbiamo rimosso solamente uno strato di 10 centimetri nel primo mezzo metro di strettoia, ma è quello che basta per rendere transitabile l'angusto passaggio.

Dado decide che è ora di provare a passare, si toglie il caso, mette la frontale e si infila. Per i primi 15 minuti rimaniamo in contatto, mi dice che ci sono segni di passaggio, poi non lo sento più. Mezz'ora dopo torna invitandomi a seguirlo. Mi preparo, tolgo il casco e tutto quello che ho in tasca, mi metto la tikka e mi imbuco.

L'inizio del cunicolo è stretto e bassissimo, mi infilo mettendo le braccia in avanti; proseguo spingendo solamente con la punta dei piedi. Il fango si appiccica alla tuta e rende difficile strisciare. Passati i primi due metri il cunicolo si alza leggermente, ma non abbastanza per permettere di proseguire a carponi. Dopo qualche minuto arrivo in un passaggio critico, doppia curva a 90°. Riesco a transitare, non senza qualche problema nel far passare le gambe. Ancora qualche metro strisciando e, dopo almeno 15 minuti di strettoia, vedo Dado che mi aspetta in un ambiente decisamente grande.

Siamo sbucati in una galleria già vista da qualcuno (ci sono impronte) ma non riusciamo a capire bene dove. Vaghiamo per 45 minuti costruendo un po' di omini di pietra per ritrovare la strada del ritorno. Siamo nella parte alta di un meandro ma non riusciamo a scendere. Non capiamo proprio dove siamo, non riusciamo nemmeno a vedere bene in che direzione scorra l'acqua. Sconsolati e pieni di dubbi torniamo verso la strettoia-budello. 10 metri prima di prendere la stretta via del ritorno Dado vede un oggetto noto, guardiamo meglio ed è… la freccia che indica il Ramo dello Scheletro! Siamo sbucati negli Inferiori a Valle!

Purtroppo non abbiamo con noi l'attrezzatura e Dino ci aspetta dall'altra parte, nei Superiori… A malincuore torniamo sui nostri passi e ripercorriamo la strettoia; mi infilo per primo, ogni tanto mi fermo per riposare e sento il battito del cuore amplificato dal cunicolo, sembra di sentire un tamburo: una sensazione molto strana. Dopo poco più di 10 minuti di progressione in strettoia ri-usciamo nel Ramo degli Ossetti che, per quanto angusto, ora mi sembra perfino comodo. L'armo fisso per scendere nel pozzo non ha già più senso, Dado risale disarmandolo, resteranno solo i piccoli fori dei multi-monti. Dino ci aspetta e prepara un graditissimo minestrone.

Prima di ripartire verso l'uscita ci togliamo una soddisfazione: la freccia con su scritto “Chiude” ora riporta “Ramo degli Ossetti, Inf. Valle, 16 feb 2014”.

Author: Alberto Righetto

2 Comments

Comments are closed.