Attività svolta il: 19/01/2014

La manutenzione degli armi dei rami superiori era stata programmata da tempo. Il meteo avverso non ci fa desistere, anche perché percorreremo rami per lo più fossili. Oggi siamo in sei: io, Dado, Lorena, Dino, Carlo P. e Paolo. Una “tendina d'acqua” ci accoglie nel pozzetto dopo la Schiena d'Asino, la schiviamo con qualche acrobazia.

Concrezione in disfacimento

Sostituiamo il deviatore del pozzo iniziale e lo spostiamo di qualche centimetro per rendere più comoda la discesa e soprattutto la risalita. Alla base c'è un forte stillicidio che va a formare un piccolo ruscello.

Percorriamo gli Argilloni e risaliamo verso i rami superiori. Cambiamo la corda modificando la partenza dell'attacco, che prima era esageratamente distante ed in alto, in modo da risparmiare corda. Tagliamo la corda in eccesso (con estremo dispiacere del nostro magazziniere Dino) e recuperiamo un paio di chiodi da roccia del vecchio armo.

Cascata nella Sala da Pranzo

Sappiamo che la corda successiva è lesionata, un nodo esclude il tratto in cui i trefoli interni sono ben visibili. Anche qui la partenza dell'armo è ben prima del pozzo. Proviamo a piantare uno dei chiodi appena recuperati ma non troviamo una fessura lunga abbastanza, così decidiamo di riutilizzare un tratto di corda sana per fare un anello attorno ad un masso. Tagliamo la corda vecchia e sostituiamo una maglia rapida che non ne vuole sapere di aprirsi più di quanto basti per toglierla dalla piastrina. Con un nodo coniglio facciamo in modo che l'armo nuovo sia più distante dalla parete che probabilmente aveva causato la lesione. Ancora un altro taglio di corda sotto gli occhi di Dino e la manutenzione è conclusa.

Ci dedichiamo poi al turismo, visitiamo in lungo ed in largo i superiori. Prima i Percorsi Superiori a Destra ed il ramo del Golem, poi il piccolo Ramo del Totem (dobbiamo tornarci…) ed infine i superiori a sinistra, sia fino alla saletta con cascatella e concrezioni (bivio a destra) che verso la Sala degli Allievi, a cui non riusciamo ad accedere a causa dell'acqua che esce dal meandro sul soffitto, unico passaggio per arrivarci.

Alla fine del Ramo del Golem si sente il rumore di una piccola cascata, ci si arriva a pochi metri ma i due possibili passaggi sono molto stretti. Mi tolgo casco ed attrezzatura e provo ad infilarmi in quello superiore, il petto non passa. Allora mi infilo sul fondo del meandrino alla base dell'ostacolo, ma curva bruscamente e non riesco a piegarmi; esco e riprovo entrando con il fianco destro, passo la curva ma oltre stringe di più e sul fondo c'è un po' di acqua. Desisto, sarà per un'altra volta, forse… Dado c'è stato e si ricorda che oltre c'è una saletta con un arrivo d'acqua impraticabile.

Segni nel fango del soffitto

Vista la calma con cui abbiamo affrontato l'uscita, ci siamo accorti che praticamente su tutti i depositi di argilla che ci sono sulle pareti e sui soffitti dei rami superiori si vedono dei strani “graffi”. Non sappiamo con certezza cosa siano, per ora l'ipotesi è che siano stati fatti da pipistrelli in cerca di appigli, indagherò meglio.

Conclusi i giri turistici, torniamo verso l'esterno. La tendina d'acqua non è scomparsa, segno che piove ancora. All'uscita siamo accolti dall'acqua e dai tuoni di un temporale fuori stagione. Ci cambiamo sotto al gazebo di Dino e poi concludiamo la serata in pizzeria.

Author: Alberto Righetto